Con la crescente domanda di energia pulita, spinta dalla transizione dai combustibili fossili e dalla maggiore consapevolezza ambientale, molte persone cercano soluzioni economiche e sostenibili per il riscaldamento domestico.
In questo scenario, le caldaie a biomassa sono una scelta particolarmente centrata laddove vi sia una filiera corta del legno. Questi sistemi utilizzano l’energia delle biomasse, materiali organici di origine vegetale, per generare calore tramite combustione. Essendo fonti rinnovabili, le biomasse riducono l’impatto ambientale e permettono risparmi sui materiali di combustione, contribuendo a mantenere il ciclo naturale dell’anidride carbonica.
Tra le biomasse più popolari c’è il pellet, un combustibile ottenuto dalla segatura compressa in cilindri di pochi centimetri, compattato grazie alla forza legante della naturale lignina e perciò privo di additivi chimici. Rispetto al legno, il pellet ha un potere calorifico circa il 25% superiore alla legna a parità di volume, rappresentando una scelta parzialmente ecologica e altamente efficiente.
Negli ultimi anni, però, il prezzo del pellet è aumentato notevolmente, passando da 5 euro al sacco nel 2021 a 11 euro nel 2022, con continue fluttuazioni negli anni successivi. Per questo motivo, sebbene il pellet continui a essere facilmente reperibile e semplice da usare, molti consumatori stanno cercando alternative per le loro stufe e caldaie a biomassa che offrano un’opzione altrettanto ecologica ma più economica.
E, se stai leggendo questo articolo, probabilmente sei tra queste persone. Esploriamo quindi quali principali alternative al comune pellet possiamo utilizzare per produrre calore con una stufa o una caldaia.
Il cippato di legno
Il cippato di legno è una soluzione di riscaldamento estremamente ecologica ed economica, ottenuta attraverso la sminuzzatura del legno non trattato, come rami e residui di potatura. Questo materiale, che garantisce una combustione pulita con emissioni di anidride carbonica pari a quella assorbita dagli alberi durante la loro crescita, una volta essiccato diventa un combustibile ideale per le caldaie a biomassa.
Tra i vantaggi principali del cippato c’è il suo basso costo, che varia tra i 2 e i 6 euro al quintale, la possibilità di produrlo localmente, tramite una “cippatrice”, riducendo l’impatto ambientale del trasporto. Di contro, il cippato occupa molto spazio per lo stoccaggio, richiede grandi vasche per contenerlo e proteggerlo dall’umidità e “brucia” più velocemente del pellet.
Per tali motivi, è soprattutto adatto per residenze medio-grandi con un fabbisogno energetico elevato.
Combustibili non legnosi: nocciolino e sansa
La sansa e il nocciolino sono entrambi derivati dalla lavorazione delle olive.
La sansa è un mix di bucce, noccioli e polpa d’oliva, che, una volta pressata, essiccata e pulita, diventa un combustibile pronto all’uso domestico o industriale.
Il nocciolino, ottenuto dal solo nocciolo d’oliva separato tramite processi meccanici ma non chimici, è invece un biocombustibile granuloso simile al pellet, ma con un potere calorifico superiore (4,5-6,5 KWh/Kg) e un costo inferiore (tra i 20 e i 25 euro al quintale), rendendolo ideale per le caldaie policombustibili.
Questi biocombustibili permettono di ridurre gli scarti della lavorazione delle olive, rendendo il processo produttivo più ecologico e conveniente.
Gusci triti, mais e uva
L’agri-pellet rappresenta una soluzione innovativa e sostenibile per il riscaldamento. Prodotto da scarti agricoli come gusci triti di mandorle e noci, mais e uva, questo pellet non legnoso ha un alto potere calorifico, offrendo un’efficace fonte di calore. L’aspetto più interessante dell’agri-pellet è che incarna perfettamente il concetto di economia circolare: trasforma ciò che sarebbe scarto in una risorsa preziosa.
Tuttavia, sebbene altamente efficiente, tende a produrre più cenere ed elementi inquinanti rispetto al tradizionale pellet di legna. È dunque essenziale considerare le emissioni e valutare la compatibilità con le normative ambientali locali prima di optare per questa soluzione.
Tutte le stufe sono compatibili con le biomasse “alternative”?
Prima di considerare l’uso di biomasse “alternative” per la tua stufa, è fondamentale verificare la compatibilità dell’apparecchio con i diversi tipi di combustibile. Non tutte le stufe a pellet, ad esempio, sono progettate per bruciare vari tipi di biomassa. Alcuni modelli sono ottimizzati esclusivamente per i pellet di legno e potrebbero non funzionare correttamente, o addirittura subire danni, se alimentati con altre biomasse.
Pertanto, consulta il produttore o il rivenditore della tua stufa, cerca informazioni su forum e siti web specializzati oppure contattaci. Infine, prima di optare per una o l’altra caldaia, o uno o l’altro combustibile, considera attentamente i seguenti aspetti:
- Lo spazio disponibile per lo stoccaggio del combustibile.
- Le normative e i regolamenti regionali.
- La grandezza e le caratteristiche fisiche dell’edificio che devi riscaldare.
- La disponibilità e i costi dei combustibili nella tua zona.
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